giovedì 9 febbraio 2012

Di Essere Italiani e di essere Italiani all'estero

Quella mattina la notizia me l’ha data il Capo dell’ufficio. Io non so perché proprio quella mattina non mi fossi interessata a cosa stesse succedendo oltreoceano, fatto sta che non avevo aperto né un qualche giornale italiano né il NY Times. Ma quel giorno alle 9 di New York in Italia erano le 3, e il patatrac era giá successo. Sicché arriva il capo e mi fa:
“Oh, Valentina! Ma ci credi? Berlusconi si é ritirato! Ma ci credi, oh?! RI-TI-RA-TO! Cioé é pazzesco! Non era nemmeno bastato lo scandalo del puttanaio di festini con Ruby, ma si vede che un po’ si é vergognato e finalmente ha ceduto la poltrona!”
Parole testuali del Capo, che é anche la stessa persona che un paio di settimane prima aveva detto:
“Non posso credere che l’Italia sia una Democrazia e che allo stesso tempo al governo ci sia Berlusconi.”
Con questa frase innocentemente crudele il Capo ci ha riuniti tutti sotto la stessa tenda.
Mi sono sentita come se lí, seduta sui divanetti bianchi dell’ufficio, lui avesse preso e mi avesse disegnato in mezzo alla faccia una bella riga nera con un pennarello, a mo’ di faccia da culo. Una bella riga che mi dá come a intendere una insinuazione, come se nel grande rimpiattino europeo di fine anno, mentre fingevano di giocare tutti se ne fossero andati e avessero lasciato a noi l’onere di finire il gioco del sapone, per chinarci a novanta a raccogliere la proverbiale saponetta.
Io, a New York, ci sono venuta in maniera molto ingenua, forse senza ritrovarmi troppo nella cosa dello stereotipo italiano perché nessuno capiva che io appartengo allo Stivale. Poi rispondendo ai vari ‘di dove sei?’ venivano fuori domande, commenti e affermazioni che per certi versi facevano visualizzare l’italia come un grande sud sul quale regnava incontrastato il Berlusca con corona e scettro. Se ne parlava con un filo di divertimento, di questo paese che affascina e che gesticola. Agli Americani l’italia piace, non si sa di preciso se per la sua cultura o se perché é cosí divertente da prendere in giro. Tra italoamericani di terza generazione che magari vogliono sentire parlare con nostalgia di un paese che alla lontana gli appartiene ma che non hanno mia visto, tra gourmands italianofili e appassionati del pittoresco si finiva comunque spesso e volentieri a parlare di Italia.
Ecco quindi le 5 cose che maggiormente mi hanno detto, a New York, sul tema italia:
  1) “TATA-RAAAA-TATA-TAAAATATTATTATATTARAAA! (sulle note di una celebre musica napoletana)
  2) “io ADORO la cucina italiana! Ma il Chicken Parmesan é un piatto italiano?”
  3) “Ma non vi fa incazzare che Berlusconi si paghi le puttane con I vostri soldi?”
  4) “Io ho un parente/amico/cugino/zio/sorella/amico che ha studiato/vissuto/ a Roma/Firenze/Venezia e non voleva tornare piú a casa!
5)  “Ma…tu lo guardi Jersey Shore?”

E le mie personalissime risposte sono state:
  1) “Ma anche no.”
  2) “No, il Chicken Parmesan NON é un piatto italiano. E, tanto per la cronaca, non credo di aver mai visto un italiano mettere del pollo sulla pizza.”
  3) “Si, ci fa incazzare, ma quello che ci fa incazzare ancora di piú é che le testate italiane abbiano pubblicato la metá delle notizie sui vari casi italiani rispetto al NY Times.”
  4) “Eh, l’italia é splendida…se poi vuoi farci le vacanze, figuriamoci! Devi vedere Amalfi, la Puglia, ma anche tutta la Toscana e le montagne…eeeh!” *Risposta da immigrato pirla*
  5) “no, non guardo Jersey Shore/sí, guardo Jersey Shore e ci tengo a puntualizzare che I Guidos sono una cosa unicamente Americana. Giuro.” *poker face*

NB: Questa cosa di Jersey Shore ci ho messo un po’ a capirla. Non l’avevo mai guardato e in seguito, dopo varie spiegazioni, ho ricevuto l’illuminazione. Sono stata una volta nel New Jersey, in un ristorante italiano (Americano) e mi hanno chiesto “Come contorno al piatto principale vuole la pasta o l’insalata?”
Mi ci sono voluti 5 secondi per rispondere, ma ho superato il trauma con stoico coraggio.

2 commenti:

  1. bellissimo, la pasta come contorno succede anche in Belgio, la prima volta la guardi e ti domandi "ma davvero?".
    Capisco perfettamente questo tipo di episodi, ci si scontra puntualmente contro il solito stereotipo, che sia veritiero o leggenda poco importa, ti guardano e filtrano attraverso quello stereotipo perché è l'unica (meta-)informazione che hanno su di te in quel momento e purtroppo il più delle volte è sbagliata (ed il più delle volte non vale la pena scambiare più di 10 minuti con chi si ferma allo stereotipo). Ci vuole pazienza, tanta, e la consapevolezza che difficilmente sarebbe altrimenti.

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    1. Eh, ma perché la pasta come contorno é una cosa del menú francese...anche se vorrei proprio capire da dove viene questa usanza!
      Comunque gli americani sono speciali a prendere per il culo un po' tutti gli europei, quindi se si parla di italia mi sento in buona compagnia...in Belgio magari non é cosí, alla fine c'é una miriade di europei li, giusto? Prendersi per il culo continuamente a vicenda sarebbe snervante!
      Peró devo dire che spesso, la mia cultura, me l'hanno fatta apprezzare. Piano piano faremo capire al mondo (o a chi é disposto ad ascoltare) che l'italia non puó essere confinata a uno stereotipo. :)

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